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Cristiano Cremonini nella recensione del Il Resto del Carlino di Marco Beghelli

‘Divorzio’ da manuale – recensione di Marco Beghelli, Il Resto del Carlino 17 Giugno 2013

LA RECENSIONE – L’ULTIMA OPERA DEL COMUNALE

“DIVORZIO” da manuale

Intelligenza e ironia nell’opera di Battistelli

SI POTREBBE PENSARE che di opere nuove non se ne facciano più.Non è così: specialmente all’estero, i titoli di recente composizione sono frequenti, e lo stesso Teatro Comunale ha proposto negli ultimi tempi parti- ture molto interessanti: Jackie O, Powder her Face, Jakob Lenz. Quest’anno tocca a Divorzio all’italiana, opera di Giorgio Battistelli (parole e musica), già rappresentata a Nancy nel 2008. Se i compositori romantici traevano i loro soggetti dai drammi teatrali del momento, Battistelli ama ispirarsi ai classici del cinema: nella fattispecie, l’omonimo film di Pietro Germi (1961), storia tutta siciliana di Don Sandrino Ferraù che, stanco di Donna Rosalia sua moglie, cerca di disfarsene con un omicidio passionale, per unirsi poi alla bella e giovane cugina dopo aver scontato un brevissimo periodo di carcere (secondo quanto previsto dal vigente Codice Rocco).

FEDELE alla lettera sin nella testualità di certi dialoghi, l’opera va oltre lo spirito del film, potenziandone l’umorismo verso i toni grotteschi: moglie e madre del protagonista (un eccellente Cristiano Cremonini) sono affidate caricaturalmente a voci di basso (gli esilaranti Alfonso Antoniozzi e Marco Bussi); l’amante focoso di Rosalia è per converso un improbabile falsettista (Daichi Fujiki); la scrittura vocale spazia dal parlato al grido, indugiando spesso in onomatopee e balbettamenti; l’orchestra predilige gli ostinati ritmici e melodici che uniscono ammiccamenti minimalisti a poderosi gesti sonori d’ascendenza espressionista. L’idea genetica di Battistelli sembra completarsi in maniera ideale con la collaudata regia di David Pountney, cresciuta sulle scene alla De Chirico di Richard Hudson: un capolavoro d’intelligenza e ironia, che contribuisce per un buon 50% alla creazione dell’opera così come viene percepita dal pubblico. E il pubblico apprezza e si diverte, sfatando l’idea che il teatro d’opera contemporaneo sia ostico e difficile. Anzi, per un pubblico giovane o inesperto è assai più accattivante un simile spettacolo che non un Trovatore o un Parsifal.

Marco Beghelli

Potete scaricare la recensione in formato PDF cliccando il seguente link : Recensione Il Resto del Carlino Divorzio all’italiana

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