Cremonini: Addio alla lirica, scelgo il pop 21 Dicembre 2017
È la scelta che ha fatto Cristiano Cremonini, tenore lirico, autore di due libri sull’opera italiana
Il tenore Cremonini
“Addio alla lirica, mi ha dato tanto ma scelgo il pop nel segno di Dalla”
XIII La Repubblica | Domenica 10 dicembre 2017 | Società Cultura, Spettacoli, SportSport
A cura di Gianni Gherardi
“Tempo presente” è un titolo che sembra sottolineare il bisogno di lasciare un mondo antico, quello del melodramma, per entrare in un altro, la musica pop. Con un album appena uscito, è la scelta che ha fatto Cristiano Cremonini, tenore lirico, autore di due libri sull’opera italiana, e curatore di alcune stagioni del teatro Guardassoni.
Cristiano Cremonini, quarantatré anni non sono certo molti per un tenore. Come mai questa scelta?
«Ho abbandonato la lirica dopo oltre vent’anni di carriera, è un discorso ormai compiuto, sono contento di quello che ho fatto, ho avuto grandi soddisfazioni, ho lavorato con nomi importanti, da Daniele Gatti a Daniela Dessì, fino a Giorgio Battistelli, sono per citarne alcuni. Ho cantato anche in russo e in tedesco. Però lo sentivo come un abito che mi andasse stretto, ero come un elefante in una vetreria».
Il disco “Tempo presente” è un esordio assoluto. Lei in passato aveva avuto un approccio prudente con il pop.
«Avevo collaborato con il maestro Fio Zanotti, ero l’ospite della sua orchestra, ma non c’era stata l’occasione di incidere. Collaborai anche con Dodi Battaglia, il chitarrista dei Pooh che mi chiese di sostituire Facchinetti in un concerto del tour “Uomini soli“.
Poi ho conosciuto il maestro Paolo Zavalloni, pianista e compositore (padre della cantante Cristina, ndr) che mi ha fatto sentire alcuni brani. Attraverso il batterista Bruno Farinelli sono arrivato a Roberto Costa, bassista, fondatore dei Dallabanda, e produttore, per anni stretto collaboratore di Lucio Dalla. Con lui c’è stata una intesa immediata, abbiamo cominciato a lavorare insieme, per fare un disco. Lui ha curato la produzione artistica, io quella esecutiva, insomma ci ho messo i soldi, con l’aiuto di Emilbanca. Il 15 dicembre con Dallabanda e Barbara Cola saremo in concerto alla chiesa di Santa Cristina».
Nel disco, oltre agli omaggi al Dalla di Caruso e Piazza grande, interpreta una sua particolare versione di Nessun dorma, Memory e Beatiful that way (La vita è bella) con Barbara Cola. Fino a Perdere l’amore, un successo di Massimo Ranieri. Ma vi sono anche canzoni originali di cui lei ha curato il testo. È stato difficile?
«Ho scritto Libertà con Antonella Maggio, che ha scritto per me anche I colori dell’immensità, mentre Maria, dedicata alla Callas che con Pavarotti è il mio mito, è tutta mia compresa la musica. Non ho avuto particolari problemi, né di scrittura né di canto, perché nel pop a differenza della lirica, se c’è qualche svarione sembra che sia un fatto di freschezza. Nella canzone pop il vocabolario è piuttosto limitato, è un lavoro di cesello sulle sillabe e il senso ritmico, ed essere cantante aiuta. Ma si deve cantare a voce alta, come diceva Bellini, il primo a scrivere grandi melodie nel repertorio romantico».
Perchè anche lei Caruso?
«È il primo pezzo pop che ho cantato, fu nel 2010 al concerto per la basilica di Santo Stefano, mi chiamò Andrea Mingardi, c’era anche Lucio a sentire. Devo dire che la canto senza sforzare, mi piace, poi Dalla è rimasto nel cuore di tutti».
Il link all’articolo su La Repubblica on-line:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/12/10/il-tenore-cremonini-addio-alla-lirica-mi-ha-dato-tanto-ma-dallaBologna13.html
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